di Claudio Tucci
Il divario con il diploma si è ridotto Tanti laureati, poco lavoro. I tassi di occupazione dei laureati italiani sono inferiori di 6 punti percentuali rispetto alla media comunitaria, di oltre 10 punti rispetto alla Germania, di 4 punti rispetto alla Francia e di oltre 7 punti rispetto al Regno Unito. Nel confronto con i Paesi nordeuropei come la Svezia, l'Olanda e la Norvegia il divario nei tassi di occupazione dei laureati supera addirittura i 10 punti percentuali. La fotografia è scattata dall'Isfol,che ha anticipato i risultati di un progetto di ricerca dell'istituto guidato da Sergio Trevisanato sui rendimenti dell'istruzione nel mercato del lavoro.
Complessivamente la laurea paga (fa guadagnare di più e ricoprire un posto migliore), ma il divario con il diploma si è ridotto nel tempo e l'investimento nella laurea ha perso appeal sia rispetto al passato sia nel confronto con gli altri Paesi comunitari. Basti pensare, osserva lo studio, che il tasso di occupazione dei laureati in Italia era pari all'81 % nel 2000, a fronte dell'82,4 % dell'Unione a 15 Paesi; nel 2010 l'indicatore è rimasto sostanzialmente stabile per la media comunitaria (82,3 %) mentre nel nostro Paese è diminuito di 4,6 punti percentuali.
Sul fronte del lavoro invece i diplomati hanno un tasso di occupazione più elevato dei laureati fino ai 34 anni, spiegato dal fatto che, sottolineano dall'Isfol, «i diplomati entrano nel mercato del lavoro mediamente cinque anni prima dei laureati». Nella fascia d'età 34-44 anni il tasso di occupazione dei laureati supera di quasi 7 punti percentuali quello dei diplomati.Occupazione e salari
In genere, prosegue la ricerca, il divario retributivo dei laureati rispetto ai diplomati riferito ai soli lavoratori dipendenti è pari a oltre il 16 % sia nella classe di età compresa tra 15 e 24 anni che, tra 25 e 34 anni, per poi aumentare sistematicamente nel corso della carriera lavorativa. Chi ha la licenza elementare o nessun titolo guadagna al mese, in media, 995 euro. Con la licenza media si arriva a 1.098, mentre con un diploma di scuola superiore la busta paga sale a 1.261 euro. La laurea "paga" 1.626 euro.Interessanti anche i dati sull'età del primo ingresso al lavoro. I diplomati generalmente iniziano la ricerca di lavoro subito dopo il conseguimento del titolo, tra i 19 e i 20 anni; i laureati con laurea triennale iniziano la ricerca tra 22 e 23 anni, quelli con laurea specialistica non prima dei 24 anni e coloro che proseguono il percorso formativo post-laurea si affacciano sul mercato del lavoro intorno ai 27 28 anni.
I titoli di studio che fanno gola al mercato
L'analisi condotta sui vari tipi di diploma mostra che gli istituti tecnici e quelli professionali garantiscono, nella fascia di età compresa tra 20 e 29 anni, una maggiore occupabilità. I giovani in possesso di diploma di liceo classico o scientifico tendono a proseguire gli studi in misura maggiore rispetto agli altri diplomati, elemento che spiega il loro minore tasso di occupazione. L'analisi sui laureati, in età compresa tra 25 e 34 anni, evidenzia alti tassi di occupazione dei medici, seguiti dal ramo chimico-farmaceutico e dagli ingegneri.
In generale tutte le discipline di tipo scientifico, per le quali in Italia si manifesta ancora una forte carenza, ottengono buoni risultati sul piano dell'occupabilità. Le lauree umanistiche ottengono per contro i risultati peggiori: tradizioni culturali e valoriali umanistiche che caratterizzano il nostro Paese sembrano produrre un eccesso di offerta di laureati in possesso di laurea in lettere, arti e musica che portano a una più difficile collocazione sul mercato rispetto ai laureati in discipline scientifiche.
Fonte: Sole 24 Ore
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